Nel mondo frenetico e frammentato dell’IA, orientarsi tra canali digitali può sembrare un’impresa. In questo scenario, la sfida non è scegliere tra email marketing e social media, ma capire come farli dialogare per costruire relazioni vere. I social accendono la scintilla, la newsletter la trasforma in qualcosa che resta. Ce lo spiega Sara Malaguti, esperta di digital marketing e business strategy, con chiarezza, lucidità e un punto di vista originale.
L’Intelligenza Artificiale ha iniziato a trasformare tanti aspetti del nostro quotidiano digitale: dal modo in cui cerchiamo informazioni, a come entriamo in relazione con un brand, fino a come prendiamo decisioni d’acquisto. La Customer Journey, che un tempo sembrava seguire fasi ordinate e prevedibili, oggi assomiglia sempre più a un intreccio di interazioni fluide, frammentate e guidate dai suggerimenti dell’AI.
Ma in questo continuo movimento c’è ancora qualcosa che resiste e che, anzi, diventa ancora più prezioso: la relazione con chi sceglie di incrociare il cammino del nostro brand.
E allora vale la pena chiederselo: in che modo, oggi, email marketing e social media possono aiutarci a coltivare relazioni autentiche con la nostra community? Se i social ci aiutano a catturare l’attenzione — seppur con qualche difficoltà — è nell’email marketing che possiamo trovare uno spazio più intimo, diretto, dove consolidare i rapporti nel tempo.
Una cosa è certa: nel mondo dell’AI e degli algoritmi, avere uno spazio tutto tuo, dove la relazione sia libera da filtri, è un vantaggio che vale doppio.
Proviamo a capire insieme come l’AI sta cambiando il percorso dell’utente verso i brand e come far dialogare al meglio social e newsletter per restare vicini al nostro pubblico, anche in un mondo così frammentato.
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Come l’Intelligenza Artificiale sta trasformando la Customer Journey
Quando ho iniziato a occuparmi di comunicazione digitale, il concetto di Customer Journey era un punto fermo: c’era un prima, un durante e un dopo. Il famoso funnel di marketing, seppur mai del tutto lineare, ci aiutava a organizzare idee e strategie: prima si attirava l’attenzione, poi si coltivava l’interesse, infine si cercava la conversione.
Oggi però quel percorso a tappe assomiglia più a una costellazione. Le persone entrano in contatto con un brand in tanti modi diversi, in momenti diversi e su canali diversi. Ma la novità più rivoluzionaria è che ci stiamo ormai abituando a chiedere consigli direttamente all’Intelligenza Artificiale: “Cosa posso regalare a una collega creativa che ama l’arte e l’interior design?”. E voilà, in pochi secondi arrivano suggerimenti, spiegazioni e persino link per acquistare. Tutto lì, già pronto.
L’introduzione di AI Overview nei risultati di ricerca di Google è una prova tangibile del cambiamento. Che cos’è AI Overview: è una risposta generata dall’AI che sintetizza per noi le informazioni principali ancora prima di mostrarci i risultati organici. Il punto è che spesso l’utente trova lì tutto ciò che cerca senza nemmeno più cliccare su un sito web.
E questo cosa comporta?
- Un calo costante del traffico organico verso siti web e blog, perché le risposte vengono “servite” direttamente nella panoramica AI.
- Una visibilità organica sempre più limitata anche sui social media, dove i contenuti non sponsorizzati faticano ad emergere, stretti tra gli aggiornamenti dell’algoritmo e spazi sempre più affollati.
E non è solo una questione di numeri in calo. È proprio il comportamento delle persone che cambia: ci affidiamo sempre più spesso a risposte immediate e personalizzate, filtrate da un assistente AI che ci risparmia il lavoro di cercare, valutare e confrontare.
Ecco perché oggi più che mai è importante chiedersi: quali canali dovrei presidiare per far crescere il mio business? Cosa posso fare per costruire qualcosa che resti?
Possiamo scegliere di essere solo ospiti temporanei sui social, soggetti a regole che non controlliamo, oppure avere una “casa” tutta nostra, come la newsletter, dove coltivare connessioni autentiche.
Email marketing vs Social media nell’era IA: un cambio di ruoli?
Social media… vetrine in affitto
Per molti anni i social media sono stati il luogo in cui tutto cominciava: la scoperta, la curiosità, le prime connessioni. Bastava pubblicare un contenuto fatto con cura per farsi notare, creare dialogo e far crescere la propria community. Poi però gli algoritmi hanno iniziato a cambiare, e con loro anche le dinamiche di visibilità.
Oggi, il ruolo dei social nella Customer Journey non è sparito, ma si è trasformato. Non sono più semplicemente “la vetrina” da cui partono tutte le decisioni. Piuttosto, sono diventati dei touchpoint liquidi, flessibili, che entrano in scena in momenti diversi e spesso in modo non lineare.
Ti faccio un esempio concreto:
- Una persona scopre un brand grazie a una risposta generata dall’AI
- Poi, per curiosità, va su Instagram a sbirciare chi c’è dietro
- Magari mette un like, salva un post
- Dopo qualche giorno si iscrive alla newsletter, e inizia davvero ad ascoltare.
Tutto questo ci dice una cosa importante: i social non sono più la corsia preferenziale da cui tutto parte, ma restano un contesto prezioso per farsi notare, raccontarsi e far nascere una scintilla.
Eppure c’è un nodo da sciogliere: la visibilità organica continua a calare. Anche i contenuti più belli rischiano di non raggiungere le persone giuste, se non vengono sponsorizzati. Non è colpa nostra, né del nostro lavoro: è l’algoritmo stesso ad aver cambiato le regole.
Qui sta il vero limite: i social sono canali in affitto. Non hai il pieno controllo su chi vede i tuoi contenuti, né su quando o come. Gli algoritmi decidono per te, e questo vale ancora di più in un contesto dove l’AI filtra le informazioni e ne propone solo una parte. È per questo che i social non bastano da soli, e devono lavorare in sinergia con canali proprietari (come la newsletter).
In parallelo, sappiamo che i social sono una fonte preziosa per l’Intelligenza Artificiale. Le AI attingono spesso da contenuti pubblici, post ben scritti, conversazioni autentiche. Pertanto ha ancora senso esserci, condividere con qualità e costruire un’identità riconoscibile.
Insomma: i social oggi non sono tutto, ma restano una parte importante del disegno. Non puoi controllarli, è vero. Ma puoi abitarli con consapevolezza. E poi, puoi offrire un luogo più stabile e meno rumoroso in cui proseguire quel dialogo: è nell’email marketing che la curiosità iniziale si trasforma in qualcosa di più profondo.
La centralità dell’email marketing
Quando a suggerire percorsi e filtrare contenuti è un assistente virtuale, avere uno spazio tuo, davvero tuo, diventa ancora più prezioso. È qui che l’email marketing fa la differenza: ti permette di parlare direttamente a chi ti ha scelto, con autenticità, senza intermediari.
Un canale che ti appartiene
Oggi — come in passato, dopotutto — avere un canale tuo, sicuro e diretto è un grande vantaggio competitivo. Sei tu a decidere quando scrivere, cosa condividere, come raccontarti. Nessun algoritmo da inseguire o visibilità da guadagnare a colpi di sponsorizzate. La lista contatti è tua e il messaggio arriva nella casella giusta. E questo fa la differenza.
Un luogo dove la relazione si fa più profonda
Chi apre la tua newsletter ti sta regalando una cosa rara: attenzione. E tu puoi restituirla con contenuti curati, utili e autentici. È il momento in cui puoi spiegare cosa ti muove, condividere il dietro le quinte, rispondere a domande reali. È lì, in quello spazio tranquillo e senza distrazioni, che la fiducia può nascere e crescere. Non è solo comunicare, è prendersi cura.
Uno strumento intelligente, ma con il tuo tocco
Il bello è che le migliori piattaforme di email marketing — tra cui proprio GetResponse — oggi integrano strumenti basati sull’Intelligenza Artificiale. Perché? Perché ti aiutano a segmentare meglio il pubblico, creare contenuti più efficaci, automatizzare senza perdere umanità e personalizzare l’esperienza. Questo significa poter parlare a ogni persona in modo unico, adattando il messaggio al momento, al comportamento, al bisogno. Ma il tono resta il tuo: la voce è sempre quella che le persone riconoscono.
Uno spazio in cui raccogliere dati preziosi
In una Customer Journey sempre più fluida, dove molti passaggi si perdono nei suggerimenti dell’AI e nei click invisibili, l’email marketing ti permette ancora di tracciare i comportamenti della tua audience con chiarezza. Puoi sapere chi ha aperto la tua newsletter, cosa ha cliccato, dove ha deciso di approfondire. Puoi testare, migliorare e ottimizzare con consapevolezza. È un raro spazio dove il dato non si dissolve, ma diventa utile davvero.
Newsletter + Social media: una sinergia efficace
Ora che abbiamo visto le differenze tra social media e email marketing nella Customer Journey di oggi, vediamo perché funzionano al meglio quando lavorano insieme.
La prima cosa che le persone si chiedono dopo aver ricevuto una risposta dall’AI è: “Posso fidarmi di questa fonte?”. Capiamo bene che oggi fiducia e autorevolezza contano più che mai. Ma non si improvvisano: si guadagnano nel tempo con coerenza, contenuti di valore e relazioni autentiche.
Una delle sfide più grandi oggi non è solo scegliere i canali giusti, ma far sì che dialoghino in modo coerente tra loro. Se ogni canale dice una cosa diversa, usa un tono di voce differente o propone offerte scollegate, si rompe il filo della fiducia. Invece, se il messaggio è coerente su tutti i touchpoint, allora si crea una vera esperienza di branding, che funziona anche in una Customer Journey frammentata come quella di oggi.
Far andare di pari passo i canali (non solo social media e newsletter, ma anche sito, blog, e così via) significa disegnare un ecosistema dove ogni punto di contatto rafforza gli altri. Le persone si fidano quando, passando da un canale all’altro, non trovano contraddizioni, ma conferme.
La chiave quindi non è considerare social e newsletter come strumenti in competizione, ma alleati preziosi, restando consapevoli del loro ruolo:
-> I social servono ad accendere l’interesse, ma ormai sappiamo che non bastano da soli per costruire un legame che duri.
-> La newsletter diventa un’estensione più profonda del tuo racconto, dove poter trasformare i tuoi follower in vere connessioni.
Quando i due canali lavorano in modo sinergico, tutto diventa più fluido. Un post su Instagram può portare a un contenuto esclusivo via mail, una newsletter può rilanciare una conversazione iniziata sui social, oppure offrire un invito più personale a chi ti ha appena scoperto. Non si tratta di duplicare i contenuti, ma di cucire insieme le parti del tuo racconto, con una voce che resta riconoscibile.
Così facendo, ogni persona che entra in contatto con il tuo progetto ha più possibilità di sentirsi coinvolta. Non solo un numero nella lista, non solo un like di passaggio, ma una presenza che torna, che legge e sceglie di restare.
Email marketing e Social media: facciamo il punto
Di seguito una pratica tabella che ci aiuta a sintetizzare quanto detto finora. Oggi, più di prima, social media ed email marketing diventano fondamentali per costruire relazioni autentiche e durature con la propria community.
Quando questi due canali lavorano insieme, la comunicazione diventa più coerente, efficace e relazionale.
Limiti dei social media | – Visibilità organica in calo, a causa degli algoritmi mutevoli – Contenuti faticano a raggiungere il pubblico senza sponsorizzazioni – Canali “in affitto”: nessun controllo su chi vede i contenuti o quando – Dominati da regole esterne e instabili |
Vantaggi dell’email marketing | – Canale proprietario e diretto: nessun filtro algoritmico – Maggior attenzione da parte del destinatario – Contenuti personalizzabili e relazioni più profonde – Dati tracciabili per ottimizzazione consapevole – Integrazione efficace con strumenti AI senza perdere autenticità |
Sinergie tra i due canali | – I social accendono l’interesse, la newsletter lo approfondisce – Contenuti coerenti tra i canali rafforzano la fiducia – Possibilità di portare l’utente dai social a contenuti esclusivi via email – Newsletter può rilanciare conversazioni nate sui social |
Dalle visualizzazioni alle relazioni autentiche
Termino queste riflessioni con una domanda che, in fondo, guida ogni scelta di comunicazione: che tipo di relazione voglio costruire con la mia community?
Come voglio che si sentano le persone quando entrano in contatto con il mio progetto, acquistano qualcosa da me o anche solo leggono una mia newsletter? E soprattutto: come posso trasformare chi mi scopre per caso in qualcuno che sceglie di restare?
Ogni contenuto che pubblichiamo è una porta aperta, ma sta a noi decidere cosa si trova dall’altra parte. Un messaggio generico o una conversazione che lascia spazio all’ascolto? Una lista di prodotti o un’offerta che risponde a un bisogno reale? Un indirizzo in più nella mailing list o un nome che torna, legge, scrive, si affeziona?
Solo fermandoci a rispondere a queste domande possiamo scegliere con più lucidità gli strumenti che ci accompagnano ogni giorno nella comunicazione. Strumenti che funzionano davvero quando mettono al centro la relazione, non solo la performance.
L’email marketing, se usato nel modo giusto, può diventare proprio questo: uno spazio per coltivare connessioni, non solo contatti. Un luogo che parla di chi sei, non solo di ciò che vendi.
Nel mondo della velocità e delle risposte automatizzate, scegliere di comunicare con intenzione, creare valore e restare fedeli al proprio modo di essere è già una forma di resistenza. Ma anche, forse, il modo più bello e duraturo per fare impresa. E relazione.